Crediti natura: dalla tutela della biodiversità investimenti e nuovo reddito per gli agricoltori

Punti chiave

albero e monete crediti natura

La Commissione europea ha annunciato ieri una roadmap per l’introduzione dei “crediti natura“, uno strumento volontario e innovativo pensato per integrare la tutela della biodiversità nelle logiche finanziarie e economiche. 

L’obiettivo è creare un mercato in grado di valorizzare economicamente gli interventi positivi sugli ecosistemi, stimolando al contempo investimenti privati e nuove fonti di reddito per il settore primario.

L’Urgenza dell’iniziativa

Per la biodiversità in Europa sono necessari 65 miliardi di euro all’anno. L’Ue si è impegnata a destinare il 10% del proprio bilancio alla biodiversità entro il 2026-2027, ma questo sforzo non è sufficiente. Il gap di 37 miliardi di euro annui potrà essere colmato solo con gli investimenti da parte del privato.  

Il degrado degli ecosistemi e dell’ambiente inoltre rappresenta un rischio concreto per la competitività delle imprese, con perdite stimate che potrebbero raggiungere il 7% dei profitti annuali nel prossimo decennio.

Un nuovo mercato per generare valore dalla biodiversità

I crediti natura sono unità certificate che attestano il beneficio ambientale derivante da specifici interventi ed a favore della biodiversità, come l’espansione di aree forestali, il ripristino di zone umide o la creazione di habitat per impollinatori. Una volta verificate e quantificate da organismi indipendenti, queste azioni genereranno crediti che potranno essere acquistati in modo volontario da aziende, enti pubblici, istituzioni finanziarie o piccoli investitori.

Gli acquirenti potranno usare questi crediti per compensare il proprio impatto ambientale o raggiungere obiettivi di sostenibilità, ottenendo benefici in termini di riduzione dei rischi, miglioramento della reputazione e accettabilità sociale.

Un’opportunità per il settore primario

Per agricoltori, silvicoltori, pescatori, proprietari terrieri e comunità locali, i crediti natura rappresentano innanzitutto una fonte di reddito aggiuntiva per tutte quelle pratiche che favoriscono la rigenerazione ambientale, ma anche uno strumento per rafforzare la resilienza delle loro attività.

Gli interventi di miglioramento della biodiversità, come ad esempio la conservazione delle siepi o la cura dei pascoli, oltre a generare benefici ambientali, possono infatti ridurre i costi di produzione e migliorare la produttività agronomica, la fertilità del suolo e la disponibilità idrica.

Dai crediti natura anche nuove opportunità di business

L’introduzione dei crediti natura apre scenari inediti anche per il mondo dell’impresa e dell’innovazione. Nascono così nuovi modelli di business:

  • piattaforme per la certificazione e lo scambio di crediti,
  • studi di consulenza per agricoltori e silvicoltori,
  • servizi di progettazione di habitat rigenerativi,
  • marketplace digitali per aziende ESG,
  • start-up tecnologiche per il monitoraggio ambientale,
  • veicoli di investimento green e percorsi formativi per operatori del settore.

Un mercato nascente che coniuga redditività, innovazione e sostenibilità, offrendo nuove fonti di reddito e competitività nell’ottica della transizione ecologica.

Standard, credibilità e prime sperimentazioni

Per garantire la credibilità del sistema ed evitare fenomeni di greenwashing, la Commissione ha previsto un solido quadro metodologico con lo sviluppo di standard comuni e di strumenti digitali per semplificare il processo di certificazione.

Il sistema sarà supervisionato da un gruppo di esperti e si evolverà progressivamente attraverso progetti pilota di sperimentazione già avviati in alcuni Stati membri, come Francia ed Estonia. Il processo sarà accompagnato da una consultazione pubblica aperta fino al 30 settembre 2025 e prevede un cronoprogramma per il periodo 2025-2027, con i primi risultati attesi entro la metà del 2026.

Le differenze con i crediti di Carbonio

I crediti natura si distinguono per un approccio mirato alla biodiversità, che utilizza metriche e indicatori multipli adattati al contesto locale, a differenza dei crediti di carbonio che invece si basano su metriche consolidate di valutazione delle emissioni di anidride carbonica.

I crediti natura potranno essere utilizzati anche in aree con basso potenziale di sequestro del carbonio ma con un alto valore ecologico di biodiversità, potendo quindi coesistere con i crediti di carbonio per la valorizzazione dei progetti multifunzionali.

Conclusioni

Nonostante siano ancora in una fase iniziale, i mercati dei crediti natura mostrano un potenziale economico significativo, con stime che indicano una domanda globale fino a 180 miliardi di dollari nei prossimi anni.

Questo strumento si propone come un approccio concreto per canalizzare investimenti privati in un ambito spesso considerato marginale o dipendente da fondi pubblici. L’intento è quello di riconoscere il valore strategico della natura per il futuro dell’Europa, trasformandola in un motore di competitività e resilienza economica.

La vera sfida sarà ora costruire un mercato solido, inclusivo e trasparente, in grado di incentivare chi investe nella tutela degli ecosistemi e di accompagnare una transizione ecologica anche sotto il profilo economico.

Link di approfondimento:

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_1679

Punti chiave

Lascia un commento

Condividi l'articolo:

Articoli correlati