
Verso una filiera agroalimentare centrata sulla persona
Negli ultimi due decenni il settore agro‑alimentare italiano ha dimostrato una straordinaria capacità di crescere e innovare valorizzando il patrimonio di territori, saper fare artigiano e scienza della trasformazione alimentare.
I dati dell’11° Food Industry Monitor dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Ceresio Investors confermano che, pur in rallentamento, la traiettoria di sviluppo resta robusta.
Tuttavia, a nostro avviso, dietro ai numeri si gioca oggi una sfida più profonda: mettere la persona – intesa come lavoratore, consumatore e cittadino – al centro di un ecosistema che generi prosperità condivisa, rigenerando al tempo stesso ambiente e cultura. In queste pagine confutiamo l’idea, emersa nel report, che solo i modelli manageriali possano produrre performance superiori e proponiamo un percorso alternativo che fa del benessere delle persone nelle organizzazioni il vero vantaggio competitivo.
Il quadro attuale in cifre

Il Food Industry Monitor 2025 (campione: 870 imprese) conferma una traiettoria di crescita superiore al PIL italiano, pur con un rallentamento fisiologico dovuto al venir meno della spinta inflattiva e alla pressione promozionale esercitata dalla GDO. Il settore resta tra i più solidi per patrimonio e redditività.
Le esportazioni di alimenti e bevande nel 2024 hanno toccato 70 miliardi di € (+7,5 %) e valgono ormai l’11 % dell’export nazionale – risultato ottenuto malgrado l’incremento dei costi logistici di trasporto e le tensioni geopolitiche, segno di una competitività di marca-paese che va oltre il prezzo.
Azienda familiare non vuol dire arretratezza gestionale
- Peso specifico: il 67 % delle aziende monitorate è familiare; oltre la metà è alla terza generazione e i tre quarti sono guidate da un CdA.
- Performance: il Food Industry Monitor rileva per le familiari ritorni sul capitale investito sensibilmente superiori alle non familiari. I driver non sono “il cognome”, bensì:
- Governance matura (leadership collegiale, consiglieri-azionisti, presidente di famiglia con ruolo di “ponte” strategico).
- Orizzonte di lungo periodo che consente di investire in marca, qualità di filiera e territori.
La narrativa secondo la quale le buone performance deriverebbero solo da un passaggio a modelli manageriali “puri” trascura il fatto che molte imprese familiari hanno già incorporato le migliori pratiche manageriali senza rinunciare alla loro identità.
In altri termini, l’alternativa non è famiglia o management, ma famiglia e management al servizio di una visione di lungo periodo inter‑generazionale.
“Made in Italy” come qualità, territorio e saper fare
La forza del food italiano non risiede nella scala produttiva, ma nel capitale intangibile: denominazioni d’origine, biodiversità, cultura gastronomica, storytelling territoriale.
Questi asset trasformano la qualità tecnica in valore percepito capace di sostenere premium price sui mercati internazionali.
Una via evolutiva centrata sulla Persona e sul purpose ecosistemico
Il vero vantaggio competitivo non risiede più soltanto nelle competenze tecnico-manageriali. Oggi nasce soprattutto dalle soft-skill – empatia, ascolto, creatività – che animano l’impresa e le permettono di prendersi cura dell’intero “organismo” fatto di persone, pianeta, comunità e territorio.
In questa prospettiva, il profitto non è fine a sé stesso, ma il feedback che misura la bontà del business.
Tutto parte da un Purpose profondo, dichiarato e condiviso, che collega l’azienda a qualcosa di più grande di sé. Su di esso poggiano valori saldi e un’identità distintiva orientati al benessere delle persone. Quando questi stati interni si traducono in scelte quotidiane coerenti, indicano con chiarezza come e cosa fare nei diversi contesti in cui l’impresa opera.
Il sistema TRE-E unisce ROI e persone
Questo approccio è alla base del Sistema TRE-E che accompagna l’organizzazione, vista come un organismo vivente, in un percorso di miglioramento continuo (quel “X + 1”: un passo in più, costante e opportuno) fino a farla fiorire.
Il Sistema è spiegato metaforicamente con l’immagine dell’albero che, come l’organizzazione, prospera se nutre in profondità le proprie radici (le persone) e se sa adattarsi ai cambiamenti esterni con flessibilità e resilienza. Quando le radici si inaridiscono, l’intero sistema perde forza e significato; quando invece sono curate e valorizzate, l’intera pianta prospera.
Il Sistema, ispirato sulla Scienza della Felicità e sul modello delle Organizzazioni Positive, si basa su tre Pilastri fondamentali:

Infatti, continuando con la metafora, quando la chioma di un albero cresce sana e rigogliosa, “lascia cadere i frutti” sul territorio: conoscenza, opportunità, benessere diffuso. Nell’agroalimentare questo parallelismo è potente: abbiamo a che fare con un settore in cui l’energia racchiusa nei prodotti diventa nutrimento vitale per lavoratori, consumatori, comunità e ambiente, in un ciclo virtuoso che rigenera suolo, cultura gastronomica e coesione sociale.
Azioni concrete (12 – 24 mesi)
- Definire e socializzare il Purpose ecosistemico
- Workshop multi-stakeholder (dipendenti, fornitori, comunità) per esplicitare il «perché» oltre il profitto.
- Carta dei Valori concisa, visual storytelling interno/esterno e road-map di implementazione dei tre pilastri TRE-E.
- Metriche chiave: livello di allineamento al Purpose, coerenza narrativa tra canali.
- Mappare e monitorare il benessere organizzativo reale
- Audit partecipativi su stress, motivazione, senso di appartenenza.
- KPI di clima (engagement, turnover, assenteismo) collegati a Purpose e Valori; revisione periodica per l’“X + 1”.
- Advisory board esterno (esperti di people analytics e rigenerazione territoriale) per garantire lettura indipendente dei dati e coerenza nel tempo.
- Valorizzare la cultura aziendale come asset produttivo
- Narrazione d’impresa autentica, collegata al Purpose e al territorio.
- Formazione su leadership servente, feedback costruttivo e team positivi (pilastro “Tronco & Rami”).
- Metriche chiave: Net Promoter Score interno, indice di collaborazione inter-funzionale.
- Attivare pratiche di sviluppo personale e collettivo
- Tecniche di rilassamento, laboratori di Padronanza Personale, momenti di riflessione inter-generazionale (pilastro “Radici”).
- Programmi di wellbeing integrati con sicurezza alimentare e qualità di filiera; iniziative di impatto comunitario per la rigenerazione territoriale (pilastro “Chioma”).
- Metriche chiave: partecipazione alle attività di wellbeing, indice di rigenerazione (progetti community & territorio).
In conclusione
L’industria agro-alimentare italiana sta dimostrando che territorio, valori e visione inter-generazionale generano performance economiche superiori.
La sfida dei prossimi anni è passare da “solidi esportatori” a “rigeneratori di valore”, mettendo al centro la persona e un Purpose ecosistemico che unisca profitto e prosperità condivisa.
Come un albero che si nutre in profondità per donare frutti alla comunità, il Sistema TRE-E guida le imprese a:
- coltivare radici robuste (benessere delle persone),
- crescere tronco e rami resilienti (processi e leadership positive),
- far fiorire una chioma che diffonde benessere (impatto sugli stakeholder).
Solo così il mercato premierà la coerenza fra ciò che siamo, facciamo e raccontiamo, trasformando il settore agro-alimentare in un motore di energia vitale per l’intero ecosistema umano e ambientale.
Link di approfondimento:
https://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13461