
Perché l’Europa aggiorna le regole sulla qualità dell’acqua
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo per aggiornare le norme sugli inquinanti delle acque superficiali e sotterranee. L’obiettivo è ridurre l’esposizione a sostanze chimiche nocive, allineare la normativa alle evidenze scientifiche più recenti e migliorare la gestione e rendicontazione dei dati da parte degli stati membri.
Un passo necessario, se pensiamo che:
- il 46% delle acque superficiali e il 24% delle acque sotterranee in Europa non raggiungono un buono stato chimico;
- l’elenco precedente era superato, trascurava alcune sostanze emergenti e ignorava gli effetti cumulativi o combinati delle miscele chimiche.
Questa revisione rappresenta una tappa importante ed attesa da tempo per la salvaguardia dell’acqua in Europa, risorsa strategica per salute, ambiente e industria alimentare.
Le novità principali: PFAS, pesticidi e farmaci sotto controllo
La revisione introduce standard più rigorosi e un elenco aggiornato di sostanze da monitorare.
PFAS e TFA
- Introdotti limiti per 25 PFAS nelle acque superficiali.
- Include anche il TFA, prodotto di degradazione diffuso e persistente.
Bisfenolo A
- Il BPA è designato come sostanza pericolosa prioritaria.
Pesticidi
- Limite massimo fissato a 0,2 µg/l nelle acque superficiali.
- Inseriti anche i prodotti di degradazione di diversi fitofarmaci e adeguati i limiti, diminuendoli per le molecole non più rilevanti o inasprendoli per quelle più critiche.
Farmaci e inquinamento farmaceutico
- Per la prima volta entrano nell’elenco antidolorifici, antinfiammatori e antibiotici.
- L’UE riconosce finalmente l’inquinamento farmaceutico come minaccia crescente per qualità dell’acqua e per la salute pubblica.
Monitoraggio rafforzato
- Controlli biennali e triennali sulla qualità chimica e biologica.
- Introdotto il monitoraggio basato sugli effetti (EMB) per valutare l’impatto complessivo delle miscele di sostanze sugli ecosistemi acquatici.
Le criticità: i tempi troppo lunghi
Se i contenuti dell’accordo segnano un progresso, i tempi di attuazione destano preoccupazione:
- Recepimento entro dicembre 2027.
- Conformità ai nuovi standard fissata al 2039, con possibili proroghe fino al 2045.
- Alcune sostanze con limiti più stringenti hanno scadenza per la conformità al 2033.
Secondo le associazioni ambientaliste, tra cui WWF ed EEB, questa lentezza rischia di indebolire gli obiettivi: deroghe e rinvii significherebbero ignorare i rischi immediati, soprattutto legati alla resistenza antimicrobica e all’accumulo dei PFAS.
Quali conseguenze per l’industria alimentare e delle bevande
Nel settore alimentare e delle bevande l’acqua è una materia prima invisibile, infatti è ovunque:
- come ingrediente diretto (bevande, birra, latte, succhi);
- come risorsa di processo (lavaggi, impasti, fermentazioni, raffreddamenti).
La presenza di contaminanti può compromettere sicurezza, qualità e fiducia dei consumatori.
Investimenti in tecnologie di trattamento
Le aziende dovranno rafforzare il monitoraggio delle acque e gli eventuali sistemi di depurazione e, anticipando i futuri standard. Chi investe oggi potrà garantire continuità produttiva e conformità domani.
Possibili sviluppi futuri ed impatti sulla filiera agroalimentare
È possibile che gli stati membri decidano in futuro di ritoccare la legislazione sui pesticidi in agricoltura al fine di rispettare i nuovi standard sugli inquinanti delle acque. Questi cambiamenti avrebbero ricadute dirette sia sui coltivatori che sull’industria alimentare.
Sarà quindi fondamentale:
- per gli agricoltori, ridurre l’uso dei pesticidi critici, porre maggiore attenzione alle pratiche sostenibili ed incrementare i monitoraggi su acqua e suolo.
- per le aziende alimentari, aumentare i controlli di tracciabilità e di conformità delle materie prime, e collaborare con i fornitori agricoli per assicurare materie prime conformi.
👉 In sintesi: la sostenibilità dell’acqua diventa una responsabilità di filiera. Solo attraverso una collaborazione concreta tra agricoltura e industria sarà possibile garantire prodotti sicuri, conformi e competitivi.
Reputazione e competitività
I consumatori sono sempre più sensibili a contaminanti come PFAS, BPA e glifosato.
Le aziende che adotteranno standard più severi in anticipo potranno posizionarsi come leader in sostenibilità e qualità, guadagnando un vantaggio competitivo nei mercati internazionali.
Conclusioni: trasformare un vincolo in opportunità
Il nuovo accordo UE sugli inquinanti delle acque segna un passo importante verso una maggiore tutela ambientale e sanitaria. Tuttavia, i tempi di attuazione rischiano di rallentare i benefici.
Per l’industria alimentare e delle bevande, questa fase è un’occasione per anticipare le normative, trasformando un obbligo futuro in un driver di innovazione e reputazione.
Investire oggi nella qualità dell’acqua significa promuovere fiducia, sostenibilità e competitività domani.
Link di approfondimento:
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_6278