Quando il capo ‘va fuori le righe’: come gestire l’imbarazzo (e l’inefficienza) di un attacco verbale in riunione

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attacco verbale in riunione

L’episodio che mi ha insegnato a rompere lo schema

Stavamo gestendo un progetto complesso, portatore di innovazione tecnologica e (soprattutto) di un necessario cambiamento organizzativo. In una riunione chiave, però, l’atmosfera è esplosa: il capo ha iniziato a rimproverare con toni duri e minacce un collaboratore, davanti a tutto il team.

Quel giorno ho scelto di alzarmi e fare da pacere: non per eroismo, ma per creare spazio fisico e psicologico tra le parti. Era chiaro che la situazione stava danneggiando non solo le persone, ma il progetto stesso. Ero in un’organizzazione a cultura prevalentemente “Red” (secondo la metafora dei colori di Laloux), dove la paura e l’aggressività erano spesso confuse con leadership.

Se vi siete mai trovati in una scena simile, sapete che il vero problema non è l’errore del collaboratore, ma la risposta distruttiva del capo.

Cosa fare quando un superiore perde il controllo?

Ecco le strategie che ho imparato sul campo, utili a proteggere il team, il progetto e la propria professionalità:

1. Tecnica STOP (adattata al contesto gerarchico)

  • S (Fermati): Non assecondare l’escalation. Se sei testimone, rompi il pattern con un intervento neutro: “Facciamo un passo indietro e ripartiamo dai fatti”.
  • T (Respira): Se sei il bersaglio, conta mentalmente fino a 6 prima di rispondere.
  • O (Osserva): Il capo è sotto stress temporaneo o è un comportamento abituale? Nel secondo caso, servono confini chiari.
  • P (Pianifica): Usa frasi come: “Capisco la priorità, ma per agire serve chiarezza. Possiamo identificare insieme i prossimi passi?”.

2. Se sei testimone (come me quel giorno)

  • Interrompi fisicamente la dinamica: Alzarsi, spostarsi o chiedere una pausa può resettare la tensione.
  • Ricalibra la conversazione: “Vedo che c’è frustrazione, ma il progetto è troppo importante per perderlo in emozioni. Ripartiamo dai dati?”.
  • Proteggi il vulnerabile: Dopo la riunione, verifica con il collega se ha bisogno di supporto.

3. Se il capo è cronicamente tossico

  • Documenta: Annota episodi, email e testimoni (utile per HR o superiori).
  • Cerca alleati: Condividi preoccupazioni con altri manager, se possibile.
  • Valuta l’ambiente: Un’organizzazione che tollera abusi verbali non merita il tuo talento.

Perché agire?

  • Innovazione vs. paura: I progetti complessi (come quello che gestivo) richiedono psicological safety, non terrore.
  • Leadership ≠ bullismo: Un capo che umilia pubblicamente non sta correggendo un errore, sta sabotando il team.

Quel giorno, la mia scelta di alzarmi non risolse tutto, ma creò un precedente: dimostrò al team che certe dinamiche potevano (e dovevano) essere interrotte.

Se vi ritrovate in queste situazioni:

  1. Non normalizzatele.
  2. Scegliete una strategia (STOP, mediazione, confini).
  3. Ricordate che il vero leader è chi costruisce soluzioni, non nemici.

E voi, come avete gestito simili scenari?

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