Giovanni Filippini, già direttore generale dei servizi veterinari al Ministero della Salute, è stato recentemente nominato come terzo Commissario per il contrasto alla peste suina africana (PSA) in questi due anni di emergenza.
Sembra che il Ministero abbia rivalutato le sue strategie, non limitandosi a proseguire le azioni di controllo e gestione dell’emergenza, ma pianificando modifiche future in collaborazione con gli altri ministeri competenti. Questa riflessione è stata probabilmente influenzata dalle preoccupazioni espresse dagli esperti veterinari EU-VET durante un audit in Lombardia ed Emilia-Romagna, che hanno evidenziato la diffusione preoccupante della PSA nel Nord Italia e la gestione insufficiente della crisi da parte delle autorità italiane.
Il Commissario ha infatti annunciato una rimodulazione della strategia con il rafforzamento della biosicurezza e del controllo della popolazione di cinghiali nelle zone di restrizione. Nelle aree di confine saranno invece concentrate le azioni di depopolamento, con la speranza di eradicare la malattia in queste zone e soprattutto di preservare i territori indenni.
Continueranno le azioni di confinamento delle popolazioni di cinghiali tramite la chiusura dei varchi e dei passaggi in modo da limitare gli spostamenti dei cinghiali verso le zone indenni. Inoltre, saranno ulteriormente potenziate le risorse per la biosicurezza nel settore suinicolo.
Viene ribadito l’impiego delle Forze Armate, misura di dubbia efficacia se le azioni di abbattimento, peraltro solo uno strumento ma non la soluzione della crisi, non saranno coordinate su base di criteri precisi ed affidate a gruppi ben più numerosi ed addestrati adeguatamente allo scopo.
Rimane purtroppo trascurata la fondamentale questione delle risorse, già oggetto di critica da EU-VET. Il Commissario ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra i ministeri, le associazioni di categoria e le associazioni venatorie.
L’associazione produttiva ASSICA, in prima linea nell’emergenza, ha recentemente espresso la necessità di azioni tempestive, risorse adeguate e collaborazione effettiva, sollecitando il governo a concedere i 50 milioni di euro già richiesti nel 2023 per le misure di contenimento ed eradicazione della PSA.
È in ballo un settore che conta oltre 40.000 posti di lavoro diretti.
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